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Nepal, diario di viaggio: Kathmandu e Patan #1


 07 Apr 2016   Scritto da Nunzia

Kathmandu, giorno 1 – Ho pubblicato per voi questo post mentre ero in aeroporto in viaggio verso il Nepal. Non sapevo ancora cosa avrei trovato ad attendermi, dall’altra parte del mondo. E’ stata una notte frastornata, quella in volo, tra sospiri e pensieri affidati alle nuvole. Appena arrivata a Kathmandu l’imprinting dall’aereo è stato molto forte: una città in rinascita dopo la furia del devastante terremoto che l’ha travolta un anno fa. Sensazioni ed immagini forti, di quelle che a me servono per tirare fuori tutta la carica necessaria per gli scatti. A volte mi chiedete “come fai a trovare sempre scorci e spunti per i tuoi racconti, durante i viaggi? Non è difficile?”. La risposta risiede a monte: mi preparo. Prima di partire cerco di studiare e poi, una volta sul posto, aspetto fino al momento in cui non sento di poter riuscire a “comunicare” con le mie emozioni. Fino a quel momento non scatto. Ho bisogno di sentire il cuore vibrare prima di scattare. Quella panoramica dall’alto, tra rovine e rinascita, di Kathmandu all’alba, era proprio ciò di cui avevo bisogno per entrare subito in contatto con il luogo, per sentirne l’energia. Una volta a terra, cielo plumbeo e una luce stranissima, avvolgente, dorata, quasi a voler contrastare il peso del cielo minaccioso. Nell’aria odore di incenso che brucia. Accolta con una ghirlanda di fiori di tagetes amaranto, porgo il capo e mi accolgono con quella parola a me tanto cara: “Namaste”. Poco dopo, mentre guardavo quel cielo di piombo assorta tra i pensieri, mi è stato detto, con voce serena e limpida quasi come una carezza: “bisogna soffiare, solo così possiamo mandare via le nuvole e far tornare il sereno.”


Mi piace questa spiritualità. Mi piacciono queste porte che si affacciano sull’anima, mi piace guardarci dentro, stupirmi, lasciarmi stupire dalle cose di me che ancora non so. Mi piace addormentarmi dall’altra parte del pianeta sotto un cielo non abituale ma non per questo diverso. Cambiano le prospettive, non le cose.

Katmandu, giorno 2 – Ieri sera ho scoperto una cosa bizzarra: qui in Nepal è l’anno 2072, dunque vi sto scrivendo dal futuro e voi mi leggete dal passato! Sorrido ogni volta che ci penso. Stamattina sveglia all’alba, dopo aver dormito solo un paio d’ore, apro le tende mentre mi stropiccio gli occhi e lo spettacolo che mi si presenta è degno della levataccia: dall’ultimo piano dell’hotel si vede tutta la città e alte montagne decorano l’orizzonte. Siamo a 1300 metri ma non nevica mai, qui nel 2072 succedono cose che voi umani…
La prima cosa che mi ha colpito di questa città è il disordinato caos che regna sovrano: ammassi di cavi elettrici, auto-biciclette-moto-carrettini che sfrecciano dimenticando il codice della strada, grandi finestroni – talvolta asimmetrici –  sulle facciate dei palazzi, gente affaccendata ad ogni angolo delle strade, bambini che giocano con pochi e semplici oggetti e tanta fantasia. E’ bello. E’ bello quando il cuore si fa piccolo per lasciare spazio a tutte le cose nuove che si possono imparare in una giornata, è bello quando poi si fa grande perché gonfio d’amore per tutti gli sguardi incrociati, i sorridi scambiati, i “namaste” ricevuti e dati.

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In partenza per il Nepal…


 04 Apr 2016   Scritto da Nunzia

Eccoci qui. E’ arrivato il giorno che aspettavo ed aspettavamo da mesi. Mentre state leggendo queste righe io sono in aeroporto con il cuore a mille in partenza verso una terra sognata e desiderata. Con me una valigia abbastanza grande da contenere un milione di aspettative, in una mano il passaporto e un biglietto per Kathmandu con scalo ad Abu Dhabi e nell’altra un libro regalo di una persona importante e che porto con me. Sarà un viaggio che mi scombussolerà l’anima, questo, lo so già, motivo per cui sono settimane che cerco di preparare il cuore ad accogliere tutto il mio stupore. Non sono stati giorni facili, è un periodo sottosopra perché non sono brava a gestire le mie emozioni: piango molto, rido molto, lascio che le cose mi sconvolgano e mi travolgano, non ho filtri. E’ anche per questo che amo viaggiare, ogni viaggio mi aiuta a diventare una persona migliore, cittadina di questo mondo meraviglioso e magnifico che ci è stato dato in dono senza merito alcuno. Lascio pezzettini di cuore sparsi qua e là in attesa che qualcuno li raccolga, un giorno, e ricomponga il mio. “Questo cuore, sparpagliato, per il mondo se ne va”, come canta Zucchero.

 

Crediti foto: www.latitudeslife.com

Adesso provate a chiudere gli occhi e immaginare quello che sto immaginando io: templi, palazzi maestosi e grandiosi stupa, Chitwan National Park e il safari tra rinoceronti unicorno e tigri del Bengala e l’alba sull’Annapurna. Immaginate, poi mescolate e agitate, aggiungete un pezzetto di cuore ed uno di anima e potrete capire come mi sento io, adesso, mentre sono ai controlli verso il Nepal. Il mediatour a cui sto per prendere parte – NepalRoutes, in partnership con Etihad – ha lo scopo di raccontare quella che viene definita la nuova primavera del Nepal, che coincide un po’ anche con la mia. Un Paese in rinascita dopo il catastrofico terremoto che l’ha squarciato solo un anno fa.

“Non puoi viaggiare su una strada
senza essere tu stesso la strada.”
Buddha

Crediti foto: www.tripaz.net

Insieme a me Antoncino, Antonio, Ilaria, Gian, Alessio e Manuela.

Seguitemi in questa avventura sulla mia fanpage, sul mio profilo pubblico, su Twitter e Instagram e al mio ritorno vi racconterò tutto qui sul blog, come sempre, con millemila foto.

 

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A Guido “Il Flâneur”, per la Poesia regalatami in questi anni


 04 Mar 2016   Scritto da Nunzia

18 Agosto 2010. Era una mattina afosa e soleggiata di quelle che solo la Puglia sa regalare: cielo azzurro a perdita d’occhio, nessuna nuvola, le pareti irradiavano una luce bianca così intensa da accecare, pochi turisti in giro per la città, passi in lontananza. Vento di Scirocco. E’ stato quel giorno che mi sono innamorata delle parole di Guido. No, non della voce di Guido ma delle sue parole. Non so che voce abbia, Guido, ma riconoscerei la sua calligrafia tra mille, so che ama scrivere, so che da anni va in giro per Polignano a Mare a scrivere-cancellare-riscrivere poesie su muri, scale, arredi urbani. In paese lo conoscono tutti, il signor Guido, e di lui si dicono in giro cose contrastanti ma io so che una persona che si fa chiamare “Il Flâneur” – come i decadentisti di Charles Baudelaire – non può che essere una persona speciale. So che un paio di anni fa non aveva neppure più un posto in cui stare. E’ da sei anni che inseguo le sue parole e le immortalo nei miei scatti, raccolgo i pezzi di cuore che dissemina lungo la città e li tengo con me. Guido non lo sa, non sa che so esattamente quando cancella e poi riscrive, non sa che quella frase sulle “farfalle che non contano gli anni ma gli attimi” a me piaceva da impazzire scritta in grande sulla scalinata piuttosto che in piccolo come adesso e che m’è dispiaciuto non trovarla più, non sa che le sue frasi le ho amate, dedicate, fatte mie. Guido non lo sa che vorrei chiedergli se è felice, vorrei sapere cosa lo ha spinto a vivere solo di mare, libertà, pennelli e parole, vorrei mi raccontasse la sua vita, se è stato lasciato o se ha lasciato, se ha amato, se è stato innamorato. La vita di un “Flâneur” la immagino un po’ come la mia: piena di emozioni, di quelle emozioni forti che ti tolgono il respiro e poi te lo restituiscono, piena di scelte dettate dal cuore e di amore così forte da sentire il cuore quasi schizzare fuori dal petto.

A Guido io vorrei dire grazie, grazie per la Bellezza, per la Poesia, per la Magia. Grazie per aver seminato tutto questo incondizionatamente, grazie per ogni singola lettera dipinta, grazie per avermi insegnato che si possono raccogliere frammenti di anima di perfetti sconosciuti e poi rimetterli insieme dopo anni, come nella scena finale di “Nuovo Cinema Paradiso”, come “Il Favoloso Mondo di Amélie” e il suo collezionista di foto-tessere scartate.

Queste alcune delle foto raccolte da me negli ultimi sei anni:


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Atelier Jenny Polanco a Santo Domingo #3


 19 Feb 2016   Scritto da Nunzia

Il viaggio nella repubblica Dominicana non è stato solo all’insegna della natura incontaminata e della scoperta di una cultura per me nuova ed affascinante ma anche all’insegna della moda. Durante la tappa a Santo Domingo, infatti, sono stata accolta dalla stilista Jenny Polanco nel suo bellissimo Atelier in area Coloniale. Se siete, come me, amanti della moda ve ne consiglio assolutamente la visita: vi innamorerete delle sue collezioni di abiti bianchi, panama, pantaloni e camicette in lino. A far da cornice accessori unici, realizzati da Jenny o selezionati da lei in prima persona. Pochette in legno dipinte a mano, orecchini in fili di seta, collane, bracciali con minerali, pochette di madreperla, bracciali di legno. I colori pastello delle casette nei dintorni dell’atelier erano perfetti per degli scatti in total look…che ne pensate?!

Approfittate dello shopping che offre la capitale dominicana perché i prezzi rispetto all’euro sono molto convenienti: io ho portato a casa degli orecchini meravigliosi ed una tuta bianca in lino e pizzo che vedrete molto presto!

 






 

 

Leggi anche:

 “Repubblica Dominicana: La Romana, Dune di Bani, Las Salinas”

“Repubblica Dominicana: Pedernales, San Rafael, Laguna de Oviedo”

Grazie a Ente del turismo di Repubblica Dominicana. #LoTieneTodo

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Rep. Dominicana: Pedernales, San Rafael, Laguna De Oviedo #2


 03 Feb 2016   Scritto da Nunzia

Una delle cose che amo di più del mio lavoro è la possibilità di imparare tantissimo: è come se vivessi una moltitudine di vite. Cerco di attingere il più possibile da ogni posto, da ogni incontro, da ogni sguardo, da ogni sorriso. La meraviglia della vita non è data dalle cose ma dalle esperienze, da tutti quei momenti che ci tolgono il respiro e da quelli che ce lo restituiscono. Il viaggio nella Repubblica Dominicana mi ha insegnato che esiste un’altra faccia dei Caraibi, quella meno turistica, quella per gli spiriti liberi che – come me – amano il contatto con la natura e il confronto con ogni cultura differente dalla propria.

Il nostro secondo giorno nella Repubblica Dominicana è all’insegna della scoperta delle spiagge del sud: chilometri di costa incontaminata, acque cristalline, vegetazione rigogliosa. Un piccolo cambiamento di programma ci porta a pernottare a Pedernales, all’Hostal Dona Chava, invece che a Barahona: gli imprevisti sono la parte più bella dei viaggi, quelli che fanno scoprire sfaccettature differenti, scorci insoliti e panorami mozzafiato.

Guardate quali scenari meravigliosi si sono presentati davanti ai nostri occhi lungo il cammino:

 


 

Una delle scene più belle e che sicuramente ricorderò sempre è quella dei due bambini che su una spiaggia deserta giocano a far volare due aquiloni. Provano, ridono, riprovano, ridono di gusto. Io resto in disparte, incantata, e penso che a volte siamo davvero stupidi quando non riusciamo a vedere tutto quello che di bello e prezioso abbiamo nella vita. Dovremmo imparare dai bambini, dovremmo per una volta essere noi a chiedere a loro di insegnarci qualcosa: la spensieratezza e la gratitudine. 

 

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Rep. Dominicana: La Romana, Dune di Bani, Las Salinas #1


 18 Gen 2016   Scritto da Nunzia

Il mio storytelling sulla Repubblica Dominicana parte da uno dei momenti più adrenalinici del viaggio: quello in cui le hostess della compagnia aerea Neos Air annunciatono l’atterraggio. Dopo un volo di circa dieci ore, da Milano Malpensa a La Romana,  finalmente e per la prima volta nella mia vita sono ai Caraibi! L’istinto mi porta a guardare dal finestrino: dove per dieci ore c’è stato l’Oceano Atlantico adesso ci sono distese immense di verde incontaminato. E’ in questo momento che comprendo che non sarà un viaggio come gli altri: sono nel paradiso terrestre. Dopotutto, il claim della campagna pubblicitaria per la promozione del territorio dominicano è da monito: LO TIENE TODO. Esatto. Col senno di poi posso dire senza alcun dubbio che trattasi di un Paese completo: cultura, mare, ottimo cibo, distese di verde incontaminato, moda, … sì, insomma, ce n’é per tutti i gusti e per ogni esigenza.

Ci siamo: è il momento dello sbarco. Il nostro viaggio parte dall’aeroporto internazionale de La Romana. La prima cosa da dirvi è che una volta arrivati sull’isola è necessario pagare un piccolo importo per il permesso di permanenza da turista: dieci euro oppure dieci dollari (in contanti perché non accettano carte di credito!).


 

La prima tappa del tour è l’albergo “Vecchia Caserma” (Carretera La Romana- Higuey, La Romana 23000, Repubblica Dominicana), a pochi chilometri dall’aeroporto de La Romana. L’hotel in passato era una caserma mentre attualmente è gestito da una coppia di italiani che ci accolgono a braccia aperte e preparano per noi un’ottima cena a base di cibo locale e buon vino italiano. Deliziosi i gamberi con avocado! La scoperta che ci lascia tutti sorpresi è venire a conoscenza del fatto che le materie prime vegetali usate nella ristorazione provengono tutte dall’orto adiacente alla struttura, orto che ci viene permesso di visitare l’indomani mattina.

Oltre all’orto, degno di lode è il progetto sociale UMA sostenuto dall’ufficio del Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR-ACNUR), progetto che  mira a tenere i bambini lontani dai pericoli della strada medianteprogrammi di studio volti all’alfabetizzazione, allo studio della lingua inglese, ai corsi di giardinaggio ed altre attività come il disegno e la pittura. E’ importantissimo per gli adolescenti della zona avere la possibilità di ricevere istruzione scolastica e non solo.




 

Dopo una serie infinita di kilometri arriviamo alla prima destinazione: le dune di Bani. Intorno a noi un silenzio assordante, solo vento, sole cocente e dune altissime di sabbia. Una vera oasi naturale dove le dune superano i 10 metri d’altezza. Piccole caprette selvatiche saltellano qua e là tra un rado cespuglio e l’altro, qualche iguana corre furtiva sentendoci avvicinare. Vi consiglio di andarci muniti di cappello, camicia a manica lunga (il sole picchia forte!), ciabatte/infradito, crema solare e acqua da bere perché non attraverserete tutte le dune prima di un’ora e dall’altro lato, oltre a meravigliose spiagge deserte, non troverete altro. Una meraviglia per gli occhi e per i sensi, pace vera.

Per tutto il tempo, mentre cammino sulla sabbia, penso “chissà quanto dev’essere splendido il cielo stellato visto da qui, di notte”. Tornerò per scoprirlo…forse.

 


 

Poco distante da Bani c’è Las Salinas, una piccola cittadina dove l’economia ruota principalmente intorno all’estrazione del sale da parte dei pescatori. Qui incontro un ragazzino, Joshua, e il suo sorriso e la sua dolcezza mi conquistano. Il sapore del sale lo sento ovunque, sulle labbra, sulle mani, sulla pelle. Da lontano echeggia il merengue mentre piano piano il cielo si tinge di arancio. Prima di ripartire lascio a J. le ciambelline colorate che ho comprato poco prima per le foto da instagrammare: sicuramente a me non servono. Il suo sorriso per quel piccolo gesto resterà nel mio cuore per tutta la mia vita.

Penso che sì, la vita è bellissima e che mi piace quando qualche lacrima mi solca il viso mista tra malinconia, tristezza, gratitudine e sale. Viaggiare è anche questo: conoscersi, conoscere, donarsi, donare.

Si riparte, il sole cala.

Continua…






 

 

La prossima tappa del mio diario di viaggio in Repubblica Dominicana?! “Pedernales, San Rafael, Laguna De Oviedo” (cliccate per leggere)

Grazie a Ente del turismo di Repubblica Dominicana. #LoTieneTodo

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Natale a Liseberg (Göteborg): cinque milioni di lucine!


 14 Gen 2016   Scritto da Nunzia

Esistono posti che, più di altri, riescono a trasmettere la magia del Natale e Liseberg, Göteborg (Svezia) è sicuramente uno di questi: questo meraviglioso parco divertimenti, tra i più frequentati del Nord Europa, da metà novembre al 23 dicembre si trasforma in uno stupendo villaggio natalizio con mercatini, casetta di Hansel & Gretel, degustazione di cioccolatini e prodotti tipici di ogni tipo e…cinque milioni di lucine! Sì, proprio quelle che io amo infinitamente! Grazie al magnifico scenario naturale nel quale è immerso Liseberg viene spesso votato come uno dei dieci migliori parchi divertimento al mondo.  Dopo la prima giornata passata in compagnia di Pauline a visitare la città di Göteborg è arrivata la mia compagna di viaggio Ilaria Barbotti ed è stata la volta di recarsi in questa mega area vestita a festa per Natale.

 





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Göteborg, la mia prima volta in Svezia.


 08 Gen 2016   Scritto da Nunzia

Quando sono arrivata a Göteborg, in Svezia, pioveva ed era già sera. Non sapevo bene cosa aspettarmi da questa città della Svezia Occidentale e, a dirla tutta, per me è stato questo l’imprinting con il Nord Europa. Io che in genere scelgo sempre mete calde e rotolo spesso verso sud ero lì, in Svezia, in cerca dell’Hotel Bellora sotto la pioggia battente. La prima cosa  che mi ha colpito? La gentilezza dei passanti: è stato proprio uno di loro ad accompagnarmi fino all’ingresso del mio albergo. La seconda? L’amore degli svedesi per le tradizioni e, in particolare, per il periodo dell’Avvento, per Santa Lucia, per il Natale. E’ incredibile: li si respira nell’aria, tutte le finestre di tutte le case sono addobbate con lucine e candele, la musica natalizia è ovunque. Il caldo tepore degli ambienti interni scalda l’anima, invita alla convivialità. E così questa è la storia di quando sono partita senza aspettative e mi sono innamorata ad ogni angolo, ho sbirciato in ogni caffetteria, ho respirato i profumi del mercato, mangiato cioccolatini per le vie di Haga, fotografato milioni di fiori e bulbi immaginando quali fiori sarebbero diventati.

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