Mi è stato chiesto di racchiudere il senso della vita, la mia ricetta di felicità e amore, in poche lettere da incidere sul mio “Mybonbons di Nomination”. Ho scelto tre Elle. Tre piccole elle in argento ed oro che significano tanto. Non ci ho riflettuto molto, mi è bastato ripercorrere gli ultimi anni della mia vita, anni di profondi e radicali cambiamenti. Ho pensato alla prima volta in cui ho preso tra le braccia i miei nipotini; ho pensato alle mani di mio padre, quelle mani grandi che da piccola mi facevano sentire al sicuro, con la mia piccola manina che scompariva al loro interno. A quelle mani che hanno lavorato tutta la vita con immensi sacrifici per la mia, la nostra, serenità, e che ogni giorno, ogni singolo giorno, non smettono mai di essere tese verso di me e di dirmi “io sono qui”; oggi che tutte quelle rughe segnano un momento insieme, quelle mani sono come un segna tempo: ogni ruga è un giorno, un mese, un anno di amore; ‘che anche se non sono stata la figlia migliore al mondo, per qualcuno lo sono. Ho pensato a quante poche volte davvero sono rimasta senza respiro, persa in un attimo che vale tutto, ed ho pensato che mi piacerebbe poter avere il tempo per sentire mille volte il cuore in gola e il fiato mancare. Ho pensato che sono molto fortunata, moltissimo. Non sono ricca ma mi ci sento, perché ho tutto e, soprattutto, sono felice. Ho pensato al fatto che piano piano mi piacerebbe girare il mondo, guardare l’aurora boreale, innamorarmi dell’Africa con un biglietto solo andata, comprare un faro da qualche parte nel mondo, vendere l’auto per comprare una barca, guardare le balene nell’oceano – all’alba – in Argentina; andare in Australia, in India ed in Brasile; sentirmi infinitamente piccola nella maestosità e nella perfezione della Natura. Ecco, se c’è una cosa che mi ha insegnato quell’Uomo dalle mani grandi è proprio questa: essere liberi. Liberi da schemi, liberi da pregiudizi, liberi dai condizionamenti. Essere liberi dai rapporti umani sbagliati, perché i rapporti che ti rendono schiavo non sono Amore, né Amicizia. L’Amore non incatena e l’Amicizia non possiede. Ho pensato ad una parola che racchiudesse tutti questi pensieri scomposti, ovvero LIVE.
E cos’è la vita, senza l’amore? Ne siamo alla costante ricerca, ci nutre e ci nutriamo di esso. Tutto quello che ci circonda è Amore, Passione, Desiderio. E non parlo solo di quello per noi stessi o di quello coniugale, ma dell’Amore inteso come forma primordiale di bellezza e saggezza, come insegna Platone. Io mi innamoro ogni giorno: del mare, di quei tramonti rosa che solo l’estate ti regala, dell’azzurro del cielo, dei fiori, dell’Arte, della serenità d’animo con cui mi sveglio al mattino. Ed ecco dunque la mia seconda parola: LOVE.
Poi ho riflettuto su quanto a volte siamo stupidi quando ci fossilizziamo sulle piccole negatività quotidiane piuttosto che sulle grandi gioie. Ho pensato a quei sorrisi spontanei, di cuore. A quelle risate contagiose che profumano di persone belle, sincere, di convivialità e di trasparenza. Quelle a cui è impossibile non rispondere con un’altra, fragorosa, risata. Quelle a cui ripensi dopo anni e senti la stessa, identica, felicità che provavi in quel momento. Ho pensato a tutte le volte in cui sconosciuti mi hanno sorriso per strada, a quei sorrisi spontanei e puliti dei bambini; alla mia mamma, che quando sorride si tocca i capelli con l’indice e il pollice della mano sinistra. Ed allora la mia terza parola è stata LAUGH.
LIVE, LOVE, LAUGH. Amiamo la vita che viviamo e viviamo la vita che amiamo. Non pieghiamoci mai a compromessi, perché il tempo è tiranno e meritiamo di essere felici. Sempre. La felicità è una scelta, prima di essere una conquista.
Scrivetemi, se vi va, qual è la vostra personale ricetta d’amore. Sono curiosa!
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