Ci sono giornate perfette. Quelle in cui ti svegli e sei felice. Quelle che vorresti non finissero mai.
Quelle in cui vorresti avere una bacchetta ferma-tempo per poter assaporare e vivere intensamente ogni istante.
E’ stato così il giorno del mio compleanno, la scorsa settimana. Mi sono svegliata nella città più romantica del mondo: Venezia. Anzi, sono stata piacevolmente svegliata e coccolata: la prima sorpresa del giorno è stata ricevere la colazione in camera. Fragole e Champagne. E una lettera firmata Giacomo Casanova, scritta in francese, che recitava più o meno così: “Si dice che Venezia prima o poi scomparirà. Non è vero, perché vivrà per sempre nei tuoi occhi”.
In realtà il primo, vero, grande regalo era arrivato qualche giorno prima, proprio da parte dell’Hotel Papadopoli di Venezia, che mi ha ospitato per tutti i giorni in cui sono rimasta lì e mi ha fatto sentire come fossi a casa.
Ho ricevuto regali meravigliosi. E non solo materiali. Migliaia di messaggi di auguri e mail. Li ho letti tutti, uno ad uno. Grazie anche alla Maison Gucci per avermi inviato questi splendidi occhiali da sole e a Fornarina Italia per avermi inviato a Venezia la Mia 3Times Clutch Pad in edizione limitata . Io, di mio, mi sono regalata il rosso perfetto: Rouge Allure n°104 Passion, di Chanel (ho raccontato tutto su Instagram, dove mi trovate digitando @nunziacillo).
Tornando a noi, ho sempre conservato il Papadopoli nel cuore. Il mio primo evento legato al blog si è tenuto proprio lì, nel settembre 2011, appena rientrata dal mio anno in Spagna. L’emozione di quella notte piena di memorie sensoriali e savoir vivre non la dimenticherò mai. La Laguna, la luna, una mite serata settembrina, quell’arpa magica suonata da Marianne Gubrì, quell’hotel da sogno. Tutto mi sembrava perfetto, tutto era perfetto. Perché, per sentirsi come una principessa, non sempre sono necessari un castello, una fiaba ed un cavallo bianco. Sono ritornata, col cuore a mille, nel luogo in cui tutto è iniziato. Il cuore a mille perché chi ha già provato certe sensazioni, certe emozioni, non le dimentica. Mi ero innamorata di Venezia già allora. La Laguna di notte, così nostalgica e decadente, è aria da respirare a pieni polmoni per chi – come me – si nutre di silenzi, di scorci, di rumori in lontananza, di luci e di ombre, di scatti, di attimi, di bellezza. Venezia è così: ti corteggia, ti innamora, ti rapisce. Ti fa ripercorrere le mille storie lette nei libri, ti fa immaginare quelle risa tra calli e campielli, gli abiti pomposi, i pizzi ed i ricami, le maschere, i mantelli, giochi di dame e cavalieri, il ticchettio sonoro dei tacchi nel silenzio notturno, il bisbigliare. Venezia è come una bella donna: le si perdona tutto, anche la piega che – causa umidità – non tiene per più di dieci minuti.
Ho sempre avuto la predisposizione a trascorrere il giorno del mio compleanno nei modi più originali. Forse questa predisposizione esiste semplicemente perché sono sempre scappata. Non mi sono mai piaciute le feste, quando la festeggiata ero io. Mi è sempre piaciuto, invece, perdermi da qualche parte, in qualcosa, per ritrovarmi. Il giorno del mio diciottesimo, ad esempio, non ero agghindata da gran donna ad una super festa di compleanno a ballare con mio papà “Fiore Di Maggio”, di Fabio Concato. Ero in teatro. Ballavo. Il bouquet di fiori ricevuto a fine spettacolo e gli applausi della platea non li potrò mai dimenticare. Strano, vero? Sono partita dal teatro, dal contatto diretto col pubblico, per arrivare al blog. La vita ti regala sempre mille sfumature e mille spunti. Ti concede mille chance per capire quello che vuoi diventare. Io non lo so se l’ho capito, ma sento di essere sulla buona strada.
E poi via così di anno in anno. Lo scorso anno ero in Transilvania (a proposito, l’avete letto il post “La Transilvania vista con gli occhi di un’inguaribile romantica”?).
A Venezia mi sono persa e ritrovata più volte, in quei giorni. Mi sono persa nel sorriso di Annie, una giovane studentessa inglese seduta su una riva a suonar la chitarra; mi sono persa nelle voci e nei gesti lenti dei gondolieri; mi sono persa nei profumi delle osterie e del glicine, nei colori del mercato della frutta, nelle piccole botteghe di artigiani. Mi sono ritrovata a sorridere, a strisciare le dita sulla superficie dell’acqua e poi ad infilarle nei lamponi come Amélie, ad osservare la rapidità dei turisti dall’alto della mia pigrizia. Mi sono ritrovata a vivere un giorno e giorni meravigliosi, pieni di quella bellezza che ti riempie gli occhi d’immenso, che ti regala cartoline da attaccare sul cuore. Mi sono ritrovata anche a prendere un treno per Milano, nello stesso giorno, per recarmi all’Accademia L’Oréal. Ernst Knam, “Il Re Del Cioccolato”, mi attendeva per un evento golosissimo dalle tinte pastello (trovate qui i dettagli). Sono ritornata poi a Venezia, la stessa notte, per cenare a lume di candela sulla laguna, vista Ponte di Rialto, con l’uomo che fa sorridere il mio cuore.
Ancora una volta nella vita, mi è stato regalato un sogno. Grazie all’Hotel Papadopoli per questo regalo meraviglioso. Grazie a Mr. Pierpaolo Cocchi, direttore dell’hotel, per avermi fatto sentire a casa. Si può dire che è stato il più bel compleanno, fino ad ora?
Sono fortunata.
Molto.
ps: Vi mostrerò le altre foto più in là.
Bisous!
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