CLUJ, SIGHISOARA, TIRGU MURES, SATU MARE, BRASOV, BRAN. NON SOLO DRACULA MA ANCHE CREPUSCOLARE ROMANTICISMO
Settembre 2010. Valencia.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, però, tirai fuori quel numero di telefono dalla tasca e mi ricordai del suo sorriso rassicurante pensando che, se l’avessi chiamata, avremmo potuto cercare insieme. Eravamo sole entrambe ed entrambe cercavamo la stessa cosa.
Da quella telefonata non ci siamo più lasciate.
Ho vissuto insieme a Bianca metà della mia esperienza spagnola (lei è tornata in Romania sei mesi prima di me). Mi ha insegnato tanto ed è diventata un membro della mia famiglia.
Vivevamo in simbiosi.
Per non parlare poi dei fatto che mi ha aiutato tantissimo per imparare lo spagnolo: lei mi parlava in spagnolo ed io le rispondevo in inglese. Dopo un mese e mezzo parlavamo entrambe italiano, ahah! Stendiamo un velo pietoso.
A Natale dello scorso anno è stata mia ospite, mentre le foto che vedere di seguito sono state scattate nella sua terra, la Transilvania. Una terra che io avevo imparato ad amare grazie ai testi di Bram Stoker ed ai racconti di Bianca. Non me l’aspettavo così. La immaginavo cupa, nebbiosa, tetra, piena di mistero.
Invece i piccoli borghi erano pieni di casette coloratissime con distese immense di verde e foreste incontaminate a far da cornice.
Più a nord il tempo sembra essersi fermato: carretti, calessi, mandriani, vecchine che lavavano i panni per strada, paesi fantasma senza elettricità dove le giornate vengono scandite dai raggi del sole: la vita inizia all’alba e termina al tramonto. Maestose montagne segnano i confini della Transilvania. Nei selvaggi Apuseni la gente vive isolata in villaggi raggiungibili solo attraverso improbabili strade di campagna, o i Carpazi Orientali in cui la strada verso la Moldavia passa prima dal piccolo Lago Rosso dove in inverno si pratica la pesca su ghiaccio.Cluj più che “capitale della Transilvania” ne è solo la porta di accesso. A 500 km da Cluj è situato il Castello del Conte Vlad, a Brashov, anche se l’atmosfera più che gotica era romantica: il castello, a parte le croci poste alla base, non ha niente di spettrale. Ha colori tenui, romantici interni ed un bel cortile e domina dall’alto di un colle l’omonimo villaggio.Sighisoara, invece, era una delle residenze del conte ed attualmente è Patrimonio dell’UNESCO. Bellissima ed iper colorata, senza però rinunciare a quel tocco gotico che caratterizza un po’ tutte le città della Transilvania. Impossibile andare via senza un souvenir del conte Dracula.On the road, disseminati qua e là piccoli cimiteri a cielo aperto. Davvero impressionanti. Sicuramente discutibile è la scelta di rilanciare il turismo partendo proprio da lì, dai cimiteri. A Bucarest è già un po’ di tempo che durante la “Notte bianca dei musei” i cittadini hanno l’opportunità di passeggiare tra tombe e croci. E’ vero anche, però, che i romeni hanno tantissime tradizioni relative al culto dei morti. Basti pensare che il cimitero allegro di Săpânţa, nella regione del Maramures, è un luogo che accoglie la morte con allegria: sulle croci colorate vengono iscritti versi umoristici che ironizzano sui piaceri terreni del defunto.
Insomma, credo che questa regione vi piacerà, ma dovrete lasciare a casa il desiderio di ritrovarvi immersi in un film horror. Prendete in considerazione la possibilità di ritrovarvi a sognare in atmosfere dal romanticismo crepuscolare.
Lasciatevi inebriare dal profumo dei gelsomini. Onnipresenti.
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